COSTITUZIONE della REPUBBLICA ITALIANA

La COSTITUZIONE della REPUBBLICA ITALIANA, entrata in vigore il 1° gennaio 1948 "... Art. 1. - L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. "... Art. 2. - La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. "... Art. 3. - Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

Ad alunni da Architetto, Docente di Disegno e Storia dell'Arte

Pagine realizzate da Architetto e Docente del Liceo Scientifico: "Agli alunni delle mie Classi del Liceo Scientifico "A. Einstein" di Mottola (Ta), "...Non temete il giudizio di chi è capace solo di deridervi, perchè senz'altro è invidioso ed incapace di proporre qualcosa. Ride degli altri perchè, come parassita, nasconde la vergogna di piangere su se stesso. Non abbiate paura di questi poveri gnomini."

L'essere umano continua a costruire muri e conflitti

addì 28 novembre 2016
Continuando il cammino per confrontare, confermare e ampliare la massima idea di  libertà di ogni essere umano, sorge spontaneo partire da quello che altri comunicano a riguardo del proprio e personale pensiero che giustifica la presenza di ogni essere vivente, ed in particolare di tutto ciò che implica la convulsa condizione esistenziale dell'uomo.
Infatti ognuno di noi è portatore di pensieri o idee derivanti da condizioni di vita diverse: vuoi per cultura di origine, vuoi per livello economico e vuoi per società o nazione di appartenenza; ciascuno rappresenta, comunicando ad altri, le esperienze vissute e legate a quei pensieri o quelle idee, nel tentativo di consolidare l'applicazione coerente con la propria esistenza del vivere quotidiano e confrontarsi con la presenza di altri, a volte ben accetta e cercata, a volte fastidiosa e rifiutata.
Questo spirito di ricerca e di accoglienza delle idee altrui, stimola e sollecita non ad essere spettatori passivi, quanto protagonisti consapevoli degli eventi che accadono intorno a noi, anche se spesso questi eventi vedono l'essere umano continuare a costruire muri e conflitti.
Ed è pur vero che ci sono date da vivere delle circostanze utili a modificare il proprio e singolo atteggiamento personale, ma nonostante la consapevolezza che quella circostanza è un'occasione per modificare o eliminare una qualsiasi conflittualità, ci si trova difronte ad alcuni esseri umani che, continuando a persistere nei propri atteggiamenti di arrogante presunzione, credono di essere gli unici possessori e depositari della "verità".
Atti, questi, che sono l'espressione della sete di potere che, pur di "galleggiare nei privilegi" o di "affermare la propria ambizione", sfruttano e sopprimono la libertà di altri esseri umani, inoltre utilizzano mezzi e strumenti oppressivi o velatamente coercitivi, al fine di creare di fatto un dualismo tra "oppressore" e "oppresso".
Allora vuol dire che la voglia o il desiderio di cambiamento è determinato solo da manifeste esigenze passeggere che tendono a risolvere i propri bisogni personali e temporanei, ma non collettivi e duraturi
Perciò non è facile ogni giorno alzarsi con l'intento di dialogare benevolmente con gli altri, disposti ad accogliere quanto di buono viene comunicato o scartando quanto di male è proposto, e coricarsi con la soddisfazione di essere diventato migliore per aver ascoltato e aver accolto, ed eventualmente fatte proprie, le altrui esperienze.
Purtroppo la soddisfazione di migliorare non la si ottiene sempre, anche se resta la speranza che possa nascere e svilupparsi un dialogo edificante e benevolo.
paBiS

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