addì 25 febbraio 2023
Commento al libro
di Padre Antonio CASSANO e Maria Grazia COSTANTINO
Solitamente, con metafora efficace, la nostra vita viene paragonata al viaggio.
Anche in questo libro viene presentato il viaggio, ma con uno sguardo diverso da quello che può essere un viaggio di lavoro, un viaggio di nozze, un viaggio di ritorno o un viaggetto turistico.
Innanzitutto la percezione più immediata è quella di un coinvolgimento diretto e personale, come attore protagonista.
In secondo luogo, ognuno diventa attore protagonista non studiando un copione, ma cercando in se stesso le verità necessarie per affrontare il percorso che conduce al significato autentico della vita.
Tutto questo avviene attraverso stimoli sollecitati dai "perché", presenti al termine di ogni "atto di scena", ovvero da domande inerenti ai singoli argomenti trattati, che gli autori hanno voluto definire come supporto ai ragionamenti personali.
Infatti il libro è suddiviso in atti di scena e non capitoli, attraverso i quali ognuno è chiamato ad essere protagonista, cioè ogni lettore è quell'attore che, sul palcoscenico della propria esistenza, recita se stesso attraverso le proprie e personali risposte a quelle domande, a quel "gioco dei perché".
Quindi ogni lettore è, nel contempo, attore protagonista e spettatore di se stesso che compone, quindi, quella intima e personale platea disposta ad ascoltare il racconto della propria esistenza, costruita attraverso una serie di tappe che conducono ad una meta individuata e definita.
Già, è proprio questa meta che presenta la particolarità più sorprendente.
Non è la meta che, normalmente, ogni uomo tende ad immaginare col proprio modo di pensare e agire; non è una meta fatta ad immagine e somiglianza di se stessi; non è una meta che permette di evadere dalla realtà; non è la meta del proprio mondo.
Invece la meta è quella che costruisce, in ognuno, la capacità di scegliere se restare in quel proprio mondo, oppure di andare oltre la visione della propria carnale esistenza temporale.
Il lettore, perciò, è posto a confronto con la figura di Saulo di Tarso, che prima è chiamato, indeciso e aiutato, poi diventa Paolo l'apostolo, che eroicamente intraprende un viaggio difficoltoso, avventuroso e pieno di insidie, fino al raggiungimento della meta, cioè alla trasformazione completa che gli permette di scegliere se rimanere nel suo mondo, oppure di proseguire il viaggio, andando oltre la fisicità dell'esistenza che appartiene a Dio, ovvero la disponibile volontà ad accogliere il progetto che il Divino Creatore ha preparato per ognuno di noi, singoli esseri viventi ed esistenti.
Certamente al termine di questo percorso e dopo aver conosciuto, costruito e scoperto il motivo della propria esistenza, si vorrebbe affrontare con modalità differenti la propria carnale esistenza temporale, ma si è costretti a riconoscere che ormai non si può fermare l'incedere inesorabile del tempo.
Perciò si giunge alla consapevolezza di dover andare oltre la condizione della fisicità, senza elaborare forzate convinzioni, con elucubrazioni mentali tali da definire congetture come risposte alle domande esistenziali, ma semplicemente accogliere il disegno Divino che opera secondo i Suoi giudizi e le Sue modalità, così come il Cristo di Dio, l'uomo Gesù, ha mostrato e raccontato con la Sua esistenza, storicamente verificata.
Pertanto la verità conclusiva è che tutto il senso della carnale esistenza temporale è nelle mani di Dio.
p.a.BiS
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