addì 5 febbraio 2022
Spesso tra persone o gruppi di persone, non sempre si è capaci di parlare e comunicare pensieri, sentimenti o emozioni, perché ognuno tende ad affermare la propria idea o il proprio pensiero come unica verità indiscutibile, senza una autentica e sincera disponibilità ad ascoltare e accogliere le opinioni altrui. La conseguenza è che gli animi si accendono, la tensione aumenta, lo scontro è inevitabile e l'uno tende a prevaricare sull'altro e sugli altri, generando situazioni non controllabili che producono solo litigi, aggressioni e tafferugli.
Possibile che non c'è dialogo senza scontro?
Possibile che le proprie ragioni sono verità assolute e non sono discutibili?
Possibile che ogni essere umano, fugacemente vivente e temporaneamente esistente, si senta onnipotente ed eterno e con arrogante presunzione, si senta in diritto di imporre la propria opinione, la propria idea, il proprio progetto su altri viventi della stessa carnale esistenza temporale?
Cosa occorre per giungere ad un libero e corretto scambio di opinioni tra individui che, parlando la stessa lingua, comprendono a fondo quello che viene detto?
Beh... provo ad abbozzare una indicazione, una via da seguire, un modo in cui sia possibile comportarsi, rapportarsi e confrontarsi liberamente tra esseri umani che condividono la stessa carnale esistenza temporale fragile e fugace.
Innanzitutto è importante capire in quale ambito viene svolto il confronto e con quale atteggiamento lo si intende affrontare.
Qui di seguito vengono riassunte e sintetizzate alcune definizioni riportate nei vocabolari più conosciuti, come ad esempio "Treccani" o quelli scolastici come "Zingarelli", o definizioni enunciate e descritte nei libri di testo scolastici, che chiariscono il significato di questi ambiti e atteggiamenti.
Il dialogo = conversare, discorrere = indica il confronto verbale, tra due o più persone, come strumento per esprimere idee condivise o contrapposte.
Il dialogo socratico è uno strumento che, tramite interrogazioni tra due o più interlocutori, mira alla correzione di un errore iniziale per giungere a una verità condivisa da rimettere sempre in discussione.
La dialettica = metodo argomentativo; consiste nell'interazione tra due tesi o princìpi contrapposti ed è usata come strumento di indagine della verità.
Socrate cerca di trovare le contraddizioni interne nelle tesi dell'interlocutore, scomponendone le enunciazioni e raffrontandole con livelli più elevati del sapere.
Il vantaggio iniziale lasciato all'interlocutore più debole è lo strumento dialettico mediante il quale si staglia più luminoso e conclusivo il parere del maestro.
Questo modo di procedere nel ragionamento si chiama "maieutica" o "ostetricia" spirituale: egli non sa procreare la verità, ma sa aiutare gli altri a metterla alla luce, con l'esercizio dialettico della domanda e della risposta.
Mentre il proposito di Socrate era una confutazione del falso sapere che implicava un'esigenza di elevazione morale, e di ricerca della verità, "la metafora" riflette felicemente il carattere dei dialoghi socratici, inconcepibili senza una sincera fede nel portare alla luce il vero.
In questa fede risiede la morale di Socrate, la quale ha un nucleo ben saldo in quella stessa concezione della dipendenza della virtù dal sapere che ne costituisce la caratteristica.
Per i sofisti la dialettica coincide con l'eristica, ovvero l'arte di vincere nelle discussioni, confutando le affermazioni dell'avversario senza riguardo al loro intrinseco valore di verità.
Ai filosofi di questa scuola - sofisti di seconda generazione - interessava esclusivamente la disputa dialettica; in particolare non si interrogavano su come aver ragione dell'avversario scendendo nel merito delle questioni della contesa: avevano come obiettivo solo quello di distruggere con la retorica la tesi avversa, trascinandola nella contraddizione, nel paradosso. In effetti agli eristici non interessava proprio quale fosse la tesi da confutare. L'importante era confutarla. Dopotutto, uno dei capisaldi della teoria sofistica era proprio il relativismo gnoseologico: esistono tante verità quante sono le teste pensanti, e una vale l'altra.
La discussione = confronto di opinioni = scambio di vedute.
Se la discussione avviene tra più persone in modo formale e in pubblico, è dibattito.
- Discussione su un progetto di legge
- Discussione della tesi di laurea, esame finale del corso di studi universitari, in cui il laureando illustra il proprio lavoro.
- Mettere in discussione qualcosa, metterlo in dubbio: non metto in discussione la sua onestà
- Essere fuori discussione, non suscitare dubbi: la sua buonafede è fuori discussione.
- Discussione della tesi di laurea, esame finale del corso di studi universitari, in cui il laureando illustra il proprio lavoro.
- Mettere in discussione qualcosa, metterlo in dubbio: non metto in discussione la sua onestà
- Essere fuori discussione, non suscitare dubbi: la sua buonafede è fuori discussione.
Discussione tra interlocutori: Contrasto verbale.
- Litigio: è scoppiata una obiezione.
- Protesta: ha pagato senza fare discussioni
Discussione Parte finale di un processo: comprendente le conclusioni delle parti civili, la requisitoria del pubblico ministero e le arringhe dei difensori.
Discussione in posizione debole: trovandosi in questa posizione ci si potrà arroccare su espressioni da sfinge; il politico potente e che conosce ogni cosa e non intende rivelare particolari, potrà essere soprannominato "sfinge".
Nella storia di Edipo la Sfinge era un mostro che flagellava Tebe, proponendo enigmi ai passanti e divorando chi non riusciva a risolverli.
Si tratta di una parola tanto antica quanto elegante.
Oggi per sfinge si intende una persona sorniona, impenetrabile, che cela i propri sentimenti e il proprio sapere dietro un atteggiamento indecifrabile - attingendo sia all'essere enigmatica della sfinge greca, sia all'aspetto impassibile e solenne di quelle egizie.
In secondo luogo è importante capire lo scopo del confronto.
In fine è importante capire il beneficio reso dal confronto, per meglio superare le difficoltà della vita esistenziale e affrontare la condizione della carnale esistenza temporale, fragile e fugace.
paBiS
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